Oggetto: paventata chiusura di Corti d'Appello
Sig Ministro,
proprio oggi che la S.V. si accinge ad inaugurare il nuovo anno giudiziario presso la Corte d'Appello di
Palermo, nella giornata in cui si ripete lo stanco rituale nel quale vengono evidenziati i mali della Giustizia e
giammai individuate serie, concrete ed attuabili cure, vogliamo evidenziarLe come la paventata chiusura di
alcuni di quelle Corti, già così oberate da appelli che cadono in prescrizione (cd. amnistia strisciante), lungi
dal generare risparmi di spesa, produrrà solo altri drammatici disagi ai cittadini e sicuri, ulteriori aggravi di
spesa per la collettività, senza generare alcun tipo di efficienza.
È' sotto gli occhi di tutta la popolazione lo scempio perpretato con la cosiddetta "riforma della
geografia giudiziaria", che ha solo significato la mera chiusura di migliaia di Uffici giudiziari, lasciando
sguarniti interi territori del servizio Giustizia.
Difatti, alla luce di quanto accaduto con i Tribunali ed i Giudici di Pace, il cittadino italiano ha ormai
compreso che parole come "ristrutturare" e "riorganizzare" nel lessico della politica significano solo
chiudere servizi e far gravare i costi sugli Italiani.
Poiché l'errore della chiusura di tanti Uffici giudiziari e' sotto gli occhi di tutti, si pensa bene di
riproporlo con la paventata chiusura di alcune Corti di Appello, che vuol dire semplicemente moltiplicare i
disagi degli Italiani.
Se chiude un Giudice di Pace il cittadino è' costretto a rivolgersi a quello della città almeno più vicina,
ma chiudere i Distretti di Corte d'Appello significa centuplicare le distanze!
Ad esempio accorpare Campobasso ed Ancona, comporterà per il cittadino spostamenti superiori ai 400
chilometri! Lo stesso dicasi per Caltanissetta, Potenza, Taranto, ecc.
Non solo! Sopprimere alcune Corti di Appello, con la conseguente, inevitabile chiusura dii altri
Tribunali (Direzione Naz. Antimafia, Tribunale Minorenni, Corte Conti, ecc.), cardini dei presidi di legalità,
significa abbandonare di fatto di interi territori da parte della Stato, con l'inevitabile occupazione degli stessi
da parte della criminalità organizzata.
Per non parlare del personale, di magistratura ed amministrativo, che si vedrà spostato da una parte
all'altra dell'Italia per sopperire al raddoppio dei processi nelle Corti accorpanti, con la sradicazione e la "
deportazione" di centinaia di nuclei familiari; difatti, la "misura del confino" oggi vale solo per i Pubblici
Dipendenti e non più per i mafiosi.
Sig. Ministro,
errare è umano, tanto che si parla della riapertura di alcuni Tribunali soppressi, ma perseverare è diabolico!
Sollecitiamo, quindi, la S.V. e l'Amministrazione a non dare ascolto a chi propugna queste soluzioni,
poiché è evidente che chi lo fa non vive la realtà quotidiana e non ha a cuore i disagi e le difficoltà degli
Italiani.
Cordiali saluti.
Il Coordinatore Generale
Domenico Amoroso