Illustre Direttore Generale, è stato rappresentato il forte stato di malessere che ci perviene dal personale di Polizia Penitenziaria dell' IPM di Catania Bicocca, dovuto al fatto di dover gestire detenuti allontanati dagli altre strutture minorili.
Appare anche strano, che i ristretti di problematica custodia negli altri IPM come in una illogica movimentazione, alla fine approdano quasi tutti presso a Catania.
Incomprensibile pure che i suddetti "casi difficili", quando a Catania provocano disordini simili a quelli perpetrati negli altri Istituti, non vengono allontanati.
E' chiaro che con questi sistemi di gestione politica dei ristretti, sia a livello Regionale che Nazionale, si ha l’impressore di essere davanti al classico modo "scarica barile".
A nostro avviso, non ha senso allontanare detenuti da IPM come Torino, Milano, Bologna, Napoli e Roma, poiché non solo si interrompe quel principio sempre decantato, è cioè di territorialità della pena, ma impedendogli ogni contatto con le proprie famiglie, indirettamente, può generare quei comportamenti tipici a chi non ha nulla da perdere.
Per questo la metodologia del "tirare a campare", o quella di allontanare la complicazione, sino a quando anche presso l'IPM di Catania si verificherà qualche grave evento critico dovuto alla concentrazione e alla possibile coalizione tra soggetti fortemente complessi, che con estrema facilità vengono allontanati da altri posti ci trova nettamente contrari.
Pertanto premesso, si invita la S.V, unitamente DCGMC di Palermo di rivedere i modi di assegnazione di minori, per evitare un sovraccarico di impegno per il personale di Polizia di un IPM che ha sempre dimostrato sensibilità, professionalità ed efficienza.
In attesa di celere riscontro teso al cambiamento di rotta riguardo a quanto esposto.
Cordialità.